Poco dopo l’arresto in Germania, Filippo Turetta scrive ai genitori una lettera carica di rimorso per l’omicidio di Giulia Cecchettin.
A pochi giorni dall’arresto in Germania, Filippo Turetta ha scelto di mettere nero su bianco in una lettera, i suoi pensieri più intimi in una lettera indirizzata ai suoi genitori.
Le parole dell’assassino di Giulia Cecchettin – acquisite dalla Corte d’Assise di Venezia – sono state svelate in anteprima dal Corriere della Sera.
La lettera di Filippo Turetta ai genitori
Nel testo della missiva, come riportato da Tg24.sky.it, Filippo Turetta sembra aver acquisito consapevolezza del dolore provocato non solo alla famiglia di Giulia Cecchettin, ma anche ai suoi stessi genitori.
“Capirei e accetterei se d’ora in poi volete dimenticarmi e rinnegarmi come figlio,” scrive, esprimendo la sua convinzione che questa scelta sarebbe la migliore per loro. “Penso che probabilmente sarebbe meglio un figlio morto che un figlio come me“, aggiunge.
La lettera non è una richiesta di perdono. Al contrario, il giovane dichiara esplicitamente di non volerlo e di non meritarlo: “Non esiste perdono o qualcosa del genere e io non lo voglio, non lo merito.”
Anzi, riconosce di aver “rovinato la vita a tante persone, troppe,” e desidera solo che le sue azioni non influiscano negativamente sulla vita dei suoi genitori.
Nonostante tutto, sembra però preoccupato per le conseguenze della sua “notorietà”: “Non sapevo e non avrei immaginato che sarei diventato così famoso e questo mi fa tanta paura. Ho generato tanto odio e tanta rabbia. E me lo merito.”
Il rimorso per l’omicidio di Giulia Cecchettin
La lettera si conclude con un toccante riferimento a Giulia Cecchettin, l’ex fidanzata e vittima della sua furia.
Filippo Turetta riconosce di aver perso: “La persona più importante della mia vita, la persona che è tutto per me e che da due anni penso ininterrottamente ogni giorno (…)“.
Sembra incredulo davanti a ciò che è accaduto. “Non so perché l’ho fatto,” ammette. “Io non sono cattivo, lo giuro. Vorrei che tutto tornasse indietro e non fosse successo niente“, conclude.